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Tassa sulla pipì, la proposta folle approvata dalla Regione Lazio

In questi giorni si è tanto parlato di una tassa in arrivo, ovvero la tassa sulla pipì a Roma e nel Lazio che sta facendo parecchio discutere.  Questa  notizia pare abbia scatenato parecchie perplessità e diversi dubbi.  Più che altro, si tratta di una proposta di legge che è stata approvata dalla regione Lazio e consiste nel dovere pagare per poter utilizzare tutti i servizi igienici che si trovano all’interno dei locali,  ovviamente soltanto nel caso in cui non si è clienti.

Questa tassa sulla pipì sarebbe contenuta nella proposta di legge regionale La numero 37 del 20 giugno 2018 “disciplina del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande”  che è stata approvata il 9 settembre ed alla Commissione regionale.  Questa proposta di legge regionale all’articolo 6 riporta quanto segue: “Qualora il servizio igienico, per i soggetti diversi dalla clientela dell’esercizio, sia messo a pagamento, il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello”.

Ma come funzionerebbe, dunque, questa tassa come abbiamo in parte anticipato nel caso in cui questa dovesse entrare in vigore? Nei ristoranti, nei bar di tutta Roma e Lazio i proprietari potranno chiedere un compenso ovviamente minimo per poter dare la possibilità di utilizzare i servizi? Ovvero la toelette. Inoltre, in base a questa proposta di legge i gestori dei locali possono anche imporre l’utilizzo del bagno a pagamento oppure limitarne l’accesso soltanto ai clienti.  La legge confermerebbe, dunque, questo diritto da parte dei gestori dei locali a patto però che il costo del servizio sia esposto ben visibile al pubblico.

Tassa sulla pipì, è bufala o no?

In seguito alla diffusione della notizia di questa proposta di legge regionale, si è anche parlato  del fatto che potesse essere una bufala.  I tecnici della regione Lazio che hanno lavorato al testo unico del Commercio approvato in via definitiva lo scorso 12 settembre all’Adnkronos , pare che abbiano riferito come la storia della tassa sulla pipì sia una bufala nata sui social e ripresa Poi da alcuni organi di stampa. “Chiariamo subito che la Regione non può imporre nessuna tassa ai Comuni. Abbiamo solo normato un servizio. Del resto per capirlo, basta leggere con attenzione il testo contenuto nel famoso comma 6 dell’art. 75”, hanno insistito dagli ambienti dell’Assessorato allo sviluppo. L’articolo recita: “Qualora il servizio igienico, per i soggetti diversi dalla clientela dell’esercizio, sia messo a pagamento, il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello”.

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