Sophia Loren oggi, il 20 Settembre compie 85 anni

Dici Sophia Loren e pensi subito al “mambo italiano” di Pane, amore e… danzare in una piazzetta di Sorrento, con lei che fa “ballare” le sue rotondità davanti a un impacciatissimo Vittorio De Sica. Una scena perfetta in un film perfetto. Non è una danza sensuale, tutt’altro: lei è arrabbiata perché il suo vero amore sta per partire per il Venezuela, i suoi movimenti sono fatti di scatti rabbiosi, stizziti. Eppure è impossibile toglierle gli occhi di dosso.

Secondo fotogramma: la prostituta Mara in Ieri, Oggi e domani che, contentaci aver riportato alla religione il figlio prete della sua vicina di casa, che aveva involontariamente sedotto, esibisce in uno spogliarello di fronte a un eccitato Marcello Mastroianni. Finchè all’improvviso si ferma e si rideste: «Non posso, ho fatto un voto». Un mix di seduzione e devozione che non ha eguali nel cinema italiano.

Due scene iconiche, tra le tante immortali ché Sophia Loren ha interpretato. L’attrice il 20 settembre compie 85 anni, e quasi n»n ci si crede. Perché nei nostri ricordi, la Loren è sempre quel perfetto punto di con giunzione tra bellezza, fascino, talento e ironia che l’ha resa una diva al di sopra di tutto e di tutti. Sophia non si discute, si ama. E si ama perché è il simbolo dell’Italia . Non di un’Italia qualsiasi, ma di quella migliore, che nel dopoguerra riuscì a risollevarsi da distruzione e miseria, e trovare la strada della felicità con il lavoro, l’intelligenza e un pizzico di furbizia.

Lo stesso percorso di vita che intuiamo in Sophia, nelle sue interpretazioni così genuine eppure profonde, nei suoi personaggi a cui riusciva a dare un pizzico della sua personalità straboccante, anzi arricchendo i film con la forza popolana dei sentimenti forti, di chi ha conosciuto la sofferenza e vuole riscattarla nel suo contrario, la felicità. «La vita mi ha insegnato tutto», ha detto Sophia in un’intervista, «mi è bastato portarla sullo schermo piano piano. Gli attori vanno nelle scuole, ma io tutti i sentimenti li portavo dentro di me. Non potevo sbagliare»

E stata un’infanzia tutta in salita quella della Loren, nata Sofìa Scicolone, figlia di madre nubile, una bionda insegnante di pianoforte che, dice sempre lei con modestia, «era più bella di me». Il padre la riconosce, così come riconosce la sorella Maria (poi sposa di Romano Mussolini e madre di Alessandra Mussolini), ma rifiuta di sposare la madre. Sophia cresce tra Pozzuoli e Napoli in tempo di guerra. Certe volte le tre donne fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, ma lei è bellissima, prosperosa, il fisico che andava di moda nei primi anni del dopoguerra. Nel 1951, rincontro che segna la vita, quello con il produttore Carlo Ponti. Tra loro ci sono 22 anni di differenza, lui è sposato, ma questi ostacoli non fermano un’unione evidentemente benedetta dal destino. Inizia così la carriera di Sofia, che lascia il suo cognome per prendere prima quello di Lazzaro («faceva resuscitare i morti») poi quello di Loren, che le dà un “tocco” internazionale”. Anche Sofìa acquista un “ph” che lo rende più esotico. Inizia a fare tanti film, un paio anche con Totò. La dizione è così così, ma la presenza scenica è notevole, e anche il talento. Il rischio però è di finire inchiodata alle parti di “bona”. E qui arriva il secondo incontro fortunato, quello con Vittorio De Sica, sì proprio quello che ballava con lei il “mambo italiano”. De Sica è il più grande regista del nostro cinema e tira fuori dalla ragazza napoletana qualcosa che forse neanche lei immaginava di avere.

Dalla commedia all’italiana al dramma borghese, ora la Loren è un’attrice completa e perfetta. Ha la fisicità mediterranea e la raffinatezza di un ’ attrice della commedia sofisticata, è a suo agio nel comico, dove il suo impasto di ingenuità e malizia spopola, ma scopre anche una vena drammatica che le procurerà l’Oscar di La ciociara («Non sono andata a ritirarlo di persona, temendo la troppa emozione», ricorda lei. «Se avessi perso, sarei svenuta. E se avessi vinto sarei svenuta lo stesso»). Hollywood si innamora di lei, recita a fianco dei più grandi (Cary Grant, Paul Newman, Marion Brando).

Nella trasformazione da ragazza ruspante a diva sofisticata l’aiuta una grande intelligenza e il senso dei propri limiti, che non sono poi molti, viste le straordinarie interpretazioni in Matrimonio all’italiana e Una giornata particolare, accanto all’amico di sempre, Mastroianni, che lei ricorda così: «Ci compensavamo, eravamo diversissimi ma ci volevamo un gran bene. Io ero sul set alle sette dii mattina, truccata, preparata, con il copione in mente. Lui si svegliava all’una e arrivava stanco, assonnato, di cattivo umore».

A Sophia gli italiani perdonano tutto. Anche la relazione extraconiugale con lo sposato Ponti, negli anni ’50 un autentico scandalo, che viene “tacitato” con uno strano matrimonio in Messico, nel 1957, che lo espone all’accusa di bigamia. Le nozze regolari arriveranno solo nel 1966. E le perdonano anche una strana storia di presunta evasione fiscale per cui Sophia, nel 1982, viene addirittura incarcerata per 17 giorni. Verrà dimostrato che né lei né il marito avevano alcuna responsabilità.

Sophia sa intuire anche quando è il momento di fare qualche passo indietro. Niente film inutili o di basso livello, nessun tentativo velleitario di tornare la diva che era stata negli anni ’50 e ’60: con gli anni lavora sempre meno, ma solo in produzioni di qualità. Peraltro, non rischia di essere dimenticata, è un mito vivente, ospite d’onore in ogni trasmissione Tv, testimonial infallibile di qualsiasi prodotto. Con discrezione, alleva i figli avuti da Ponti (scomparso nel 2007): Carlo, oggi 51 anni, è un apprezzato direttore d’orchestra ed Edoardo, 46, è un regista. Ed è solo per lui che Sophia, ancora in grande forma, si adatta a trasformarsi in vecchia e brutta nel film che sta girando in queste settimane, La vita davanti a sé.

85 anni di vita, attraversati con la fiducia nel futuro e l’ottimismo di chi sa cosa vuol dire la povertà, e quanto è costato essersene tirati fuori. «C’è una parte di me che non cambierei mai, anche se a volte ne soffro», ha detto Sophia di recente. «Non si tratta di un limite emotivo ma del bisogno di dare il massimo, di appassionarmi sempre, di vivere. È voglia di tutto: rischiosa, ribelle, bellissima».

E a noi resta solo da capire perché Sophia Loren è così mitica. Forse perché nel suo talento prima ruspante, e poi coltivato con tenacia e passione, nella sua trasformazione da popolana a diva sofisticata, nel suo sguardo in cui ingenuità, seduzione, coraggio e ironia si mescolano in modo inscindibile, vediamo l’Italia perduta di tanti anni fa, quando il futuro appariva migliore del passato, quando c’era più speranza e meno rancore, meno ricchezza, ma meno timore di perderla. E sapere che Sophia è con noi, ancora combattiva e tosta a 85 anni, ci dà la speranza di ritrovarla, questa Italia perduta.

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