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Sampdoria – Torino Streaming Gratis Diretta Live TV No Rojadirecta

CAMPO, 28.1.18, Torino, stadio Olimpico Grande Torino, Serie A, TORINO-BENEVENTO, nella foto: tifosi

Settebello…tti. Ma anche: Belotti forza 7, inteso come le pere già rifilate alla Samp (anche se forse è meglio non sfidare troppo a parole il re dei venti, dato l’allerta arancione sulla Liguria). Meteo permettendo, i numeri possiedono il loro perché, oggi a Marassi. Lo statistico Massimo Fiandrino ci ha segnalato che il Torino giocherà contro la Sampdoria la partita numero 2.500 in serie A, da quando esiste il girone unico. Dunque dal campionato 1929-’30; e ovviamente non va conteggiata la stagione 1945- ’46, conclusa con il trionfo del Grande Torino, giacché quel torneo, condizionato dalla tragica situazione post bellica del Paese, fu l’unico disputato non a girone unico, da 90 anni a questa parte.

Morale: sempre 90 minuti più recupero durerà l’incontro odierno, e sempre 3 saranno i punti che finiranno nelle tasche del vincitore, se non si chiuderà sul pareggio, ma per le evocazioni immaginifiche e per le gelide statistiche il match di Genova potrà ammantarsi per sempre dell’attributo più usato e abusato in questi casi, “storico”. Gara storica, ordunque, a suo modo. E siccome le statistiche chiamano altre statistiche, come le ciliegie, allora abbiamo chiesto al nostro “collaboratore dei numeri” di sfornarci anche i risultati emersi di volta in volta, ogni 500 partite disputate dal Toro, dalla prima in avanti. Pubblichiamo le risultanze dettagliate nella tabella allega ta a quest’articolo: il succo dice 4 vittorie e un pareggio in 5 incontri, con 2 successi su 2 in trasferta, derby incluso. Meglio non fare altri commenti e passare oltre: così, oltre a Eolo, magari evitiamo di sfidare anche il dio della palla granata, solitamente non esattamente benigno tra pali, traverse e altre sfigatissime questioni (si sa: fin dalla loro comparsa sulle pagine di Topolino, Paperino tifava Toro e Gastone Juve).

E adesso passiamo al Gallo con le gambe, e non con le zampe. Cioè quello con l’iniziale maiuscola. Settebello… tti, certo. Escludendo il Sassuolo, infilato per 8 volte (sempre in serie A, ma il primo gol venne a galla con addosso la maglia del Palermo), è proprio la Sampdoria la squadra più bucata dal centravanti, in vita sua da quando è al Toro: 7 pere, dicevamo (e, anche qui, sempre nel massimo campionato; in aggiunta, pure un assist-gol; per la cronaca, in A Belotti ha segnato almeno un gol a 21 squadre diverse). Altre ciliegie, altre date, altre statistiche: perché di mezzo ci sono pure 3 doppiette. Ricapitoliamo: 3 febbraio 2016, Sampdoria- Torino 2-2 (gol al 71’ e al 94’); 17 settembre 2017, Torino- Sampdoria 2-2 (al 14’); 4 novembre 2018, Sampdoria- Torino 1-4 (al 12’ e al 43’ su rigore); infine lo scorso 3 aprile, Torino-Sampdoria 2-1 (al 33’ e al 45’).

Vedremo, oggi, se rivedremo l’eterno ritorno della storia calcistica belottiana. Di certo il ragazzo è sul caliente andante, in questa stagione: 6 partite disputate e 6 gol in Europa League (più un assist) e 3 incontri e 2 reti in campionato (più una in Nazionale). Il 33% dei gol segnati dal Toro, fin qui, è stato griffato in qualche modo anche dal suo piede o dalla sua testa: tra frutti infilati direttamente in porta e partecipazione ad azioni concluse da un compagno in rete. Sembra di rivedere il Gallo del 2016-’17, anno santo per lui, con 26 creste alzate in 35 incontri di campionato. In serie A ha già segnato 65 reti col Torino, 71 comprese le 6 col Palermo. In assoluto in granata ha battezzato 78 gol in 157 presenze: ha appena staccato Rolando Bianchi e ora insegue l’8° posto nella top ten dei bomber granata più prolifici (Franco Ossola, 85 centri). Per cui adesso salutiamo Eolo e Paperino, con tanto rispetto. E ci fermiamo qui

Undici gol subiti nelle ultime sei partite: una scomoda novità, per il Toro di Mazzarri. Tecnico che presenta la gara contro la Samp insistendo sul tema, proponendo ragioni utili a spiegare perché la solidità difensiva che pareva acquisita sia ora da ricostruire. «E’ da inizio stagione che abbiamo problemi in serie legati alla condizione dei singoli – spiega a proposito il tecnico granata -. Djidji ha incontrato alcune difficoltà, non ha reso come sappiamo perché ha dovuto affrettare la ripresa dopo l’operazione al ginocchio a causa delle molte defezioni; Lyanco, un potenziale titolare, si è già fatto male due volte e di Nkoulou conoscete la storia. Gli unici due che sono potuti allenare con regolarità sono Izzo e Bremer». I quali infatti, oggi a Marassi, dovrebbero comporre i due terzi della retroguardia. L’altro scelto da Mazzarri sarà Lyanco, in netto recupero come dimostrato nelle apparizioni con la Nazionale Olimpica.

TEST IN CAMPO Al capitolo Nkoulou, l’allenatore toscano è chiaro: «Lo avrei convocato se fossimo stati in emergenza, mentre ho sufficienti scelte da poter fare, contro i blucerchiati. Ho preferito lasciarlo a Torino assieme ad Ansaldi, quindi lo testerò nella partitella che organizziamo il giorno dopo le partite. L’intenzione è di riproporlo nell’elenco dei convocati per la sfida infrasettimanale di giovedì contro il Milan. E’ un professionista esemplare e anche quando si allenava da solo lo ha dimostrato, però è tornato a lavorare in gruppo da cinque giorni appena e ha bisogno di ritrovare il ritmo partita», dopo 3 settimane di allena menti in solitudine da fuori rosa. Queste, invece, le considerazioni su Lyanco: «Sta bene, adesso – la sentenza di Mazzarri -, ma non possiamo far altro che testarlo in campionato. Nel corso dell’estate si organizzano alcune amichevoli per consentire ai giocatori di arrivare alle gare ufficiali al 70 per cento della condizione. Con Lyanco non è stato possibile: nel corso degli allenamenti si vede che è in forma, ma soltanto alla prova dei fatti potremo capire le sue reali condizioni. E’ probabile, sempre che in definitiva decida di schierarlo dal primo minuto, che a un certo punto possa accusare la stanchezza e che io debba sostituirlo, se vorrò mantenere un alto livello difensivo».

L’ETÀ DELL’ORO Per il tecnico, quindi, la ragione fondamentale che spiega le incertezze più volte emerse da agosto in avanti è figlia dei problemi fisici (o per così dire ambientali nel caso di Nkoulou) che hanno colpito il reparto. «Ho dovuto procedere con scelte obbligate, in taluni casi, mentre l’anno scorso potevo utilizzare chi ritenevo mi potesse dare il 100%. Fin qui, invece, questa possibilità ci è stata preclusa ». Per quanto riguarda il resto della formazione, resiste un ballottaggio a centrocampo tra Baselli e Berenguer, con favorito il centrocampista bresciano che andrebbe ad aggiungersi a Meité e Rincon (Lukic, ko, non è convocato). A destra spazio a De Silvestri, con Laxalt pronto a dare il cambio a Ola Aina a sinistra. Davanti Verdi è l’atteso cambio di Zaza che inizialmente farà coppia con Belotti. In difesa, come detto, tocca a Lyanco al centro, con ai suoi lati Izzo e Bremer (il brasiliano è in vantaggio su Bonifazi).

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