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Parlare di coperta corta sarebbe decisamente improprio, vista la ricchezza della rosa della Juventus. Men che meno nel reparto offensivo. E’ un fatto, però, che a seconda degli uomini impiegati l’attacco bianconero si esalti in alcuni aspetti e perda qualcosa in altri. Con Ronaldo, Dybala e Higuain la forza d’urto è massima, ma la fase di non possesso si complica. Togliendo la Joya per far spazio a un trequartista che di più equilibrio si perde in fantasia e se a restare fuori invece è il Pipita, come lunedì contro il Cagliari e come inizialmente dovrebbe essere anche stasera in casa della Roma, la fluidità di manovra magari ne guadagna, ma spesso si sente la mancanza di un uomo d’area.

INSERIMENTI Maurizio Sarri non nasconde il problema, ma indica la soluzione. Il che non significa automaticamente trovarla, perché a quello devono pensarci i giocatori sul campo, con le difficoltà che comporta il passaggio dalla teoria alla pratica. Ma sono difficoltà che con tempo e lavoro, vista la qualità dei calciatori juventini, si dovrebbero risolvere. «Ronaldo per caratteristiche parte decentrato, mentre Dybala tende a venire incontro e giocare lontano dall’area: con loro abbiamo qualità tecniche straordinarie, ma rischiamo di essere assenti per vie centrali – ha spiegato ieri l’allentore bianconero -. Dobbiamo essere più bravi ad attaccare la zona che loro liberano con altri giocatori. Chiaramente Higuain ci risolve quella situazione con le sue caratteristiche. Il potenziale offensivo è elevato in tutti i casi, poi possiamo migliorare nello sfruttarlo».

RABIOT, PUOI Un miglioramento che passa da due strade, collegate. Una è quella del progressivo affinarsi di tempi e movimenti di squadra, che in queste settimane spesso prive di impegni infrasettimanali Sarri punta a portare ai massimi livelli (in senso generale e in tutte le fasi di gioco, non solo per quanto riguarda gli inserimenti dei centrocampisti). L’altra è quella della crescita e del miglioramento dei singoli. Nello specifico, la capacità di inserirsi in zona gol, ce ne sono soprattutto due in bianconero che, grazie anche all’età, possono aspirare a un salto di qualità: Rodrigo Bentancur e Adrien Rabiot, entrambi a secco finora. L’uruguaiano è ancora squalificato e dovrà aspettare per dare il suo contributo in termini di gol, mentre il francese potrà provarci contro la squadra che era andata vicinissima a portarlo in Italia qualche anno fa. Potrà provarci e ha tutte le qualità per riuscirci, assicura Sarri: «Ci sono giocatori che hanno una predisposizione naturale a certi movimenti, come Khedira. Ma ne abbiamo altri come Rabiot che possono migliorare molto nel farlo, perché Adrien ne avrebbe anche le caratteristiche». E stasera sarebbe la serata ideale per cominciare a sfruttarle. Non sarà però solo compito suo, infilarsi negli spazi creati da Dybala e Ronaldo: non impeccabile nella finalizzazione, Blaise Matuidi ha però ottimi tempi di inserimento e Aaron Ramsey è micidiale nelle incursioni in area. Contro il Cagliari il gallese ha riassaggiato il campo da titolare, cosa che non faceva da Juve-Atletico del 26 novembre: stasera cercherà il gol che gli manca da Lokomotiv-Juve di venti giorni prima.

Se Maurizio Sarri si lamenta per il fatto che i centrocampisti bianconeri segnano poco, anche Paulo Fonseca non può fare salti di gioia. E non è un caso che Roma e Juventus abbiano segnato più o meno (35 a 33 per i bianconeri) con la stessa frequenza in campionato. I giallorossi hanno sfruttato spesso e volentieri le palle inattive (addirittura 14 volte: 42% delle marcature complessive: la Juve è seconda a 11) ma anche per loro, se il discorso si sposta sulle reti provenienti dalla mediana, il tasto diventa dolente. Tolto Zaniolo a quota 4 (che ormai è perlopiù un’ala: addirittura se questa sera la Roma dovesse giocare a tre in difesa, potrebbe giostrare come seconda punta vicino a Dzeko), gli altri elementi del centrocampo segnano poco e nulla. Pellegrini, che ormai giostra da trequartista, è fermo alla rete di Firenze, prima della sosta natalizia. Pastore, che lo ha sostituito 8 volte quando il centrocampista romano s’è fratturato il quinto metatarso del piede, zero. Diawara, che Fonseca predilige come mediano davanti alla difesa, non tira mai in porta; Veretout che alla Fiorentina aveva dimostrato di avere buona confidenza con la porta avversaria (13 reti nelle due stagioni in Toscana), ha segnato soltanto su rigore contro il Napoli mentre Cristante – rientrato nella lista dei convocati per la prima volta dopo il ko del 20 ottobre – ha soltanto un gol all’attivo (contro il Sassuolo, alla seconda giornata). Numeri che confermano come la Roma – al netto di Dzeko (fermo comunque a quota 7) – è molto pericolosa soprattutto su palla inattiva e sulle ripartenze.

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