Massimo Giletti non scende mai a compromessi

La parola che accompagna ogni sua scelta è “libertà”. Niente compromessi, niente teste abbassate: lui vuole andare dritto, seguendo la propria etica e le proprie idee. Non vuole catene, vuole semplicemente essere se stesso Sempre. Per il secondo anno al timone di Non è l’arena, su La7, che ha preferito al ritorno in Rai, ha scritto un libro, Le dannate, la storia delle sorelle Napoli.

Come nasce la volontà di scrivere un libro ?

«I passato mi era stato chiesto più volte di scrivere un libro, ma per poterlo scrivere devi avere una storia in cui credere. E in questo caso c’è. Parlo di tre donne lasciate sole che nonostante la loro solitudine hanno trovato il coraggio di lottare contro la mafia. Le tre donne sono le sorelle Napoli, Marianna, Ina e Irene, che da anni si ribellano all’omertà e urlano contro intimidazioni e minacce di cui sono vittime tra le campagne siciliane  di Mezzouso, comune in r provincia di Palermo, dove | hanno l’azienda agricola».

Perché raccontare proprio questa storia?

«Perché ho sentito qualcosa di mio, qualcosa che apparteneva al mio passato, ho rivisto me quando sono stato lasciato da solo in campagna mentre i miei fratelli più grandi erano in città. Una grande sofferenza che ho poi manifestato a mia madre che ha compreso e che da quel momento in poi non mi ha lasciato più. La stessa cosa è accaduta a loro, ho promesso a me stesso di non lasciarle e ho espresso loro la volontà di non abbandonarle».

Lei è stato accusato in alcune circostanze di attaccare la Sicilia A «Io non attacco la Sicilia, io attacco solo ciò che non funziona; adoro questa terra. La mafia è qualcosa che va combattuta, crea solo un ingannevole prosperità».

Un programma che ricorda con piacere?

«Ho un bellissimo ricordo di Casa Rai Uno dove l’intrattenimento era misurato equamente per un pubblico giovane e un pubblico più maturo. Si trattavano argomenti leggeri con ospiti amati dalla gente, davano un valore aggiunto senza annoiare, senza volgarità e con grande rispetto».

Quanto rammarico c’è ancora per la Rai?

«Chi ha subito quello che io ho subito, ha bisogno di tempo per andare oltre. Dopo tanti anni in Rai, avere la possibilità di tornare e decidere comunque di non farlo non è stata una scelta semplice. Una cosa è certa, non ero pronto per tornare e le motivazioni sono varie. Oggi la mia scelta è quella di credere in Cairo: ormai punto sui rapporti personali e il nostro è ottimo. Preferisco avere un dialogo diretto. La Rai è fatta di tante persone, lì non sai mai se chi ti tende la mano è un amico o un nemico. Su La 7, io mi sento libero».

Molti giornalisti noti oggi sbarcano a La7, qual è la sua riflessione in merito?

«Se tanti tra i migliori nomi scelgono di andare a La 7 o di restarci, qualcuno delle domande se le dovrebbe fare. Io grazie a Non è l’Arma ho potuto avere i miei spazi e ottenere delle grandi soddisfazioni. Ora sono pronto per affrontare la nuova stagione».

Spesso viene colpito da ironiche insinuazioni sulla sua vita privata.

«Non ci faccio più caso. Ogni tanto mi attribuiscono una fidanzata, ma l’unica donna è la mia libertà».

Quali sono le qualità della donna che potrà conquistare il cuore dello scapolo d’oro?

«E difficile, amo troppo la libertà. Sono uno che non sta mai fermo, sono curioso, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e questo non aiuta in una relazione».

Cosa ne pensa del periodo che sta attraversando l’ Italia?

«Penso che dovrebbero fare tutti un passo indietro e pensare al bene del Paese».

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