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Dove vedere Sassuolo – Milan streaming gratis diretta live tv Sky o Dzan No Rojadirecta

Sassuolo Milan si disputerà, Domenica 20 dicembre 2020, alle ore 15.00  La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite.

Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.

Dopo Ibra, Rebic: è un Natale a… pezzi. Il Milan, rivelazione di questo 2020, “campione” del mini campionato post-lockdown e primo nelle prime dodici giornate della Serie A 20-21, sta arrivando alla sosta invernale non tanto con la lingua di fuori, quanto con le ossa rotte. L’ultima settimana è stata uno stillicidio, con quattro infortuni pesanti – Gabbia, Bennacer, Ibrahimovic e l’ultimo arrivato ieri, Rebic – che si sono aggiunti a quello di Kjaer, già fuori dal 3 dicembre, quando alzò bandiera bianca contro il Celtic. Il danese sta meglio, ma non è ancora pronto e ieri il tecnico ha spiegato che difficilmente recupererà per mercoledì quando i rossoneri chiuderanno l’anno a San Siro contro la Lazio. Kjaer tornerà il 3 gennaio per la sfida di Benevento, quando il Milan confida di vedere vicina la fine del tunnel di Zlatan Ibrahimovic.

IBRA NON SI ARRENDE

Lo svedese, dopo aver superato la lesione al bicipite femorale della coscia sinistra rimediata il 22 novembre, venerdì si è fermato nell’ultimo scatto dell’allenamento che lo stava per riproporre fra i convocati. Ibra ha sentito male al polpaccio sinistro e la risonanza a cui si è sottoposto ha evidenziato «una soffusione emorragica nel contesto del muscolo soleo». Verso fine anno Ibra si sottoporrà a un nuovo esame, ma dopo i primi allarmismi, ieri circolava un certo ottimismo a Milanello. Che non significa che Ibra sarà certamente in campo il giorno della Befana contro la Juventus, ma neanche che tornerà a fine gennaio. Insomma, c’è la speranza che Zlatan possa recuperare per i bianconeri, ma molto dipenderà anche dall’aspetto psicologico. Ibra è arrivato stanco mentalmente a quest’ultimo infortunio, sentiva la responsabilità di rientrare per aiutare i compagni e ha finito per farsi nuovamente male. Adesso è fondamentale staccare la spina ed è probabile che per Ibra – ieri non a Milanello – arrivi in anticipo il rompete le righe per permettergli di tornare a casa per riposarsi in famiglia. Che Ibra abbia un ruolo che va oltre quello del centravanti è risaputo e ieri lo ha confermato anche l’ad Ivan Gazidis a Sky UK, indicando lo svedese come una delle tre “punte” del tridente rossonero: «Zlatan è come un ombrello per tutti i giocatori, un leader, ma ne abbiamo altri – ha spiegato l’ex dirigente dell’Arsenal -. Poi c’è Pioli che è stato fantastico mettendo insieme tutti i giocatori e il terzo elemento di questo triumvirato è Maldini che rappresenta il club, per il passato, ma anche per quello che è oggi. Sono molto soddisfatto delle prestazioni della squadra, ma dobbiamo mantenere bene i piedi piantati a terra: questo è ancora l’inizio di un progetto di un club che ha passato tante vicissitudini nell’ultimo decennio, quello che stiamo cercando di ridare è l’orgoglio a questa squadra».

STOP REBIC E CURVA SUD

Come detto, l’ultimo a fermarsi in ordine di tempo è stato Rebic. A dire il vero il croato si è fatto male mercoledì contro il Genoa, come ha rivelato Pioli ieri in conferenza («è stato sostituito perché aveva un problema al piede»). Dopo due giorni di lavoro personalizzato, però, Rebic ieri non è riuscito a recuperare e così è stato escluso dai convocati, complicando ulteriormente le scelte offensive per Pioli che oggi contro il Sassuolo si affiderà a Leao, avendo poi in panchina i giovani Colombo, Maldini e Roback. Il primo cambio offensivo, però, sarà probabilmente Hauge che dovrebbe perdere il ballottaggio con Brahim Diaz che completerà la linea dei trequartisti con Calhanoglu e Saelemaekers. Servirà uno sforzo da parte di tutti e chissà che il sostegno ricevuto ieri fuori da Milanello da una rappresentanza della Curva Sud, non produca una carica speciale.

Una lettera al governo per chiedere un ulteriore snellimento delle procedure necessarie a costruire nuovi stadi, un passaggio imprescindibile per tenere la competitività del calcio italiano al livello degli altri campionati più importanti d’Europa. L’hanno spedita ieri mattina Paolo Dal Pino, Gabriele Gravina e Giovanni Malagò, presidenti di Lega Serie A, Figc e Coni, al premier Giuseppe Conte e ai ministri Roberto Gualtieri (economia), Vincenzo Spadafora (sport) e Dario Franceschini (cultura). La firma congiunta dei numeri uno di Via Rosellini, Via Allegri e Foro Italico dimostra l’eccezionalità della richiesta. Raramente si era vista un’unità di intenti così forte dei vertici di Serie A, Federcalcio e Coni (a maggior ragione dopo le frizioni a distanza degli ultimi mesi tra Gravina e Malagò). La crisi economica provocata dalla pandemia, che si riflette anche sul calcio, favorisce la coesione. Dal Pino, Gravina e Malagò chiedono al governo di ridurre il numero di autorità coinvolte nel processo autorizzativo: in Italia sono sei, in Germania al massimo due. Rientra nella stessa logica l’appello a comprimere le fasi dell’iter autorizzativo: in Italia sono sette, in Germania due. Infine viene chiesto a Palazzo Chigi di rimuovere i vincoli legislativi sulla destinazione d’uso delle strutture, in particolare per quanto riguarda il divieto di opere residenziali vicino allo stadio. Quest’ultimo punto è molto importante per garantire ritorni economici adeguati a chi intende investire nei nuovi impianti.

LE PROPRIETA’ AMERICANE

Sullo sfondo di questa lettera si stagliano le difficoltà incontrate da alcuni club nella costruzione di nuovi stadi, in particolare a Roma, Firenze e Milano, e in misura minore Bologna. Infatti sono state soprattutto quattro proprietà a spingere per questa presa di posizione forte e non più rinviabile: la famiglia Friedkin per la Roma, Rocco Commisso per la Fiorentina, il Fondo Elliott per il Milan e Joey Saputo per il Bologna. Tre realtà statunitensi e una canadese. Gli uomini d’affari americani, sbarcati in Serie A, non riescono a capire perché in Italia, a causa di ostacoli burocratici e iter politici infiniti, si faccia tanta fatica a mettere in pratica quello che da diversi anni viene fatto senza troppi problemi nel resto d’Europa. I vertici del calcio e dello sport sono d’accordo con loro in questo momento delicatissimo.

E’ passato un campionato, è passata anche la paura di perdere il Milan. E’ successo a Reggio Emilia, contro il Sassuolo. Quella notte Ivan Gazidis ha deciso di non cambiare, di continuare con Stefano Pioli in panchina. Un rinnovo per due stagioni con l’addio a Ralf Rangnick e a tutto il suo progetto di calcio. Un rinnovo arrivato dopo l’ennesima vittoria. Era fine luglio, Zlatan Ibrahimovic c’era e si sentiva. Sassuolo battuto con una sua doppietta.

Ora toccherà a Rafael Leao provarci. Stefano Pioli non si nasconde. «E’ stata una giornata particolare. Eravamo convinti che Zlatan potesse recuperare e potesse giocare per uno spezzone di gara. Sono molto dispiaciuto per lui perché aveva tanta voglia di rientrare». Ma nessun dramma. «Sono cose che succedono ma tornerà più forte di prima». Di certo l’infortunio di Ibrahimovic «non cambierà le nostre strategie sul mercato. Credo che la società migliorerà la cose che potremo migliorare e se ci saranno opportunità verranno prese…». Ma prima di tutto c’è da giocare contro l’undici di De Zerbi, la squadra sorpresa di questo campionato. Aspettando il mercato, l’attacco sarà guidato da Leao, da un giocatore che deve dare di più, molto di più. «Da lui mi aspetto di più sul piano dell’intensità e sono il primo a dire che le sue ultime due prestazioni non sono state soddisfacenti».

Discorso diverso per Hakan Calhanoglu. Per Pioli «è un leader di questa squadra. E’ un giocatore intelligente. Ho grande stima di lui e con giocatori intelligenti si possono giocare grandi partite». Ibra o no, Leao o no il Milan di Stefano Pioli continua a segnare. Lo fa con tanti giocatori diversi. «Significa che siamo imprevedibili. Il fatto che i nostri avversari marchino tanti i nostri attaccanti è un plus e ci aiuta a creare altre possibilità. Dobbiamo continuare ad essere pericolosi». Poi ci sono le reti prese 13 totali come il Sassuolo, peggio solo di Napoli (12) e Juventus (10). «Nelle ultime partite non abbiamo più subito sulle palle inattive. Abbiamo subito gol dopo aver perso la palla. Non siamo stati eccezionali. Abbiamo lasciato qualche spazio di troppo ma abbiamo voglia di migliorarci anche in questo».

Sarà un Natale di lavoro per la dirigenza del Milan. Il casting per trovare il profilo giusto per il “vice-Ibra” – al di là di quanto periodicamente dichiarano dall’ambiente societario rossonero, ovvero «in avanti stiamo bene così» -, è iniziato. In fondo lo ha confermato anche Pioli ieri. Prima il tecnico ha dichiarato «che l’infortunio di Ibra non cambierà le nostre strategie», ma poi ha anche aggiunto: «Credo che se ci sarà la possibilità di migliorare questo organico, lo faremo». Chiaramente non bisogna aspettarsi un altro Ibra: se dodici mesi fa la società decise di andare forte sullo svedese è perché si sentiva l’esigenza di un elemento di grande esperienza, che potesse aiutare a crescere i tanti giovani. Questa necessità non c’è più, piuttosto c’è quella tecnica di avere una vera prima punta, che sappia far salire la squadra e riempire l’area, un giocatore che permetta al Milan di giocare nella stessa maniera con Ibra in campo o senza, cosa che la squadra di Pioli non riesce invece a fare quando da “9” si muovono Rebic o Leao. Ibra però a gennaio tornerà e se starà bene giocherà, dunque servirà un giocatore che sappia stare “al suo posto” e magari crescere alle spalle di Zlatan. Per questo motivo – al momento… – è difficile pensare che arrivi un profilo alla Ibra, quindi un giocatore over 30, di grande esperienza come i vari Mandzukic, Pellé o Giroud.

SPUNTA NZOLA

Per questo motivo il 21enne Gianluca Scamacca (compirà 22 anni il primo gennaio) rimane fra i preferiti dalla società. Già in estate il giocatore era stato segnalato dal comparto scout, ma a settembre Maldini, Massara e Pioli avevano deciso di non prendere un attaccante. Scamacca, di proprietà del Sassuolo, è in prestito al Genoa e questo complica ovviamente le trattative, ma oggi a Reggio Emilia una chiacchierata con la dirigenza neroverde verrà fatta. Il tutto considerando l’alta valutazione che la “bottega cara” Sassuolo fa del nazionale Under 21, ovvero superiore ai 20 milioni. In Italia ci sono altri due giocatori che vengono valutati: uno rimane complicato, per costi e concorrenza, ovvero Milik (il Napoli vuole 18 milioni per un giocatore che a febbraio sarà libero e il polacco vuole un ingaggio da top player), mentre sta piacendo Nzola dello Spezia, possente fisicamente e abile nel far salire la squadra. All’estero rimangono sulla lista i vari Jovic (Real Madrid), Edouard (Celtic) e Boadu (Az). Più cari, Malen del Psv (per cartellino) e Depay del Lione (per ingaggio; è in scadenza e i francesi chiedono 5 milioni per non perderlo a zero).

Caputo sì, Ibra no. Il Sassuolo si presenta alla sfida contro la capolista Milan con un’arma in più, mentre dall’altra parte, proprio nello stesso ruolo, c’è un’arma in meno. Roberto De Zerbi ritrova il suo bomber a pieno regime, dopo lo scampolo di partita disputata a Firenze, e lo fa nel momento di maggior bisogno, con la formazione emiliana che sta faticando non poco in attacco senza il suo faro. Con Caputo in campo gol e spettacolo, senza molta più fatica a trovare la via della rete (escludendo Berardi) e un gioco meno efficace proprio a causa dell’assenza di quello che è molto più di un terminale offensivo, ma un atleta che gioca per e con la squadra. Il tecnico del Sassuolo, al contrario, parla così di Ibrahimovic e della sua assenza: «E’ un campione a 40 anni e lo ha dimostrato, forse uno dei pochissimi che abbiamo in Italia, è meglio che non ci sia sicuramente. Ma il Milan ha altri giocatori forti, dal portiere fino all’attacco». Il Sassuolo però vuole i tre punti: «Per noi sarà come giocare come Inter o Juve, forse anche un po’ più difficile perché loro hanno l’entusiasmo della squadra che sta in testa alla classifica. Per noi è importante perché dopo tre anni di lavoro ci giochiamo una partita contro la capolista e vincendola ci porterebbe a 2 punti da loro. Questo deve essere motivo d’orgoglio e vuol dire che qualcosa di buono l’abbiamo fatto». Tornando alla formazione del Sassuolo si rivedrà il 4-2-3-1 più classico, con Caputo terminale offensivo e alle sue spalle Berardi, Djuricic e Boga. In mezzo non c’è Locatelli, spazio dunque a Lopez e Obiang, con il capitano Magnanelli pronto a entrare e a conquistare così la cinquecentesima presenza con la maglia neroverde, un traguardo decisamente notevole. In difesa spazio a Ferrari, assente con la Fiorentina, accanto a Chiriches.

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