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Se fosse una serie tv, il titolo dell’episodio di oggi sarebbe “Spavalderia”. Questa infatti sembra essere stata la parola d’ordine utilizzata da Emilio De Leo, il tattico del Bologna, e Miroslav Tanjga, secondo di Mihajlovic, alla vigilia della sfida contro la Roma. Sinisa teleguiderà la squadra dall’ospedale, esortandola a prendere l’iniziativa, come ha sottolineato appunto De Leo: «La leggerezza non deve mai mancarci. A volte siamo attanagliati dalle tensioni. Bisogna che il Bologna sia spavaldo. Non ci son preclusioni ad abbassare Medel e Soriano come a Brescia, se dovesse esserci la necessità. Ma sempre con equilibrio, perché essere coraggiosi non significa essere scriteriati.

Troppa spavalderia è affine alla stupidità». Insomma il Bologna vorrebbe replicare l’atteggiamento del secondo tempo di Brescia («Prendere 3 gol nel primo non faceva parte dei nostri piani” ha detto con un ghigno Tanjga), mentre De Leo ha così rivisitato il passaggio dal 1-3 al 4-3 del Rigamonti: «E’ stata un’esperienza per il gruppo. Fa parte del processo di crescita. In quella ripresa c’è stata assunzione di reponsabilità. Prima non tutti erano concentrati sul momento, sull’importanza del qui e ora. Poi le distanze lunghe si sono accorciate, insieme al coinvolgimento di tutti». Se vuole fare risultato anche contro una squadra dalla qualità più alta come la Roma, questo Bologna deve fare forza sul collettivo. In difesa Bani e Denswil sono pronti, mentre Danilo potrebbe essere utilizzato già in una delle prossime gare ravvicinate. L’attacco presenta il solito tris di opzioni (Palacio, Destro o Santander): chi non partirà titolare, si terrà pronto. Il fatto che finora siano stati avversari di fascia bassa a frapporsi sullo scintillante cammino del Bologna non è motivo per un’overdose di preoccupazioni. Tanjga ha chiosato: «In Serie A tutte le squadre sono di buon livello. Il Brescia ha giocato grandi partite con Cagliari e Milan». Grande rispetto per la Roma, ma i 7 punti il Bologna se li è sudati uno per uno.

Il primo ad essere curioso dei progressi della Roma è proprio Fonseca. Gli otto gol in cinque giorni al Sassuolo e al Basaksehir rappresentano un trampolino di lancio che va ora confermato al Dall’Ara. Di fronte il Bologna, la squadra che finora ha registrato il possesso palla medio più alto (67%), quella che ha subito meno tiri (23) e la seconda per tiri effettuati (60) dietro la sola Atalanta (65). Per questo motivo il tecnico lo definisce «un test eccellente per misurare le nostre capacità. È una squadra in testa alla classifica, imbattuta, motivata, che riflette il carattere del proprio mister, al quale auguro di vincere la sua battaglia. Sarà un match complesso ma noi siamo pronti».

Ad esser pronto sembra soprattutto lui, a cui è bastato poco per capire che «in Italia non è facile far registrare grandi differenze di percentuali di possesso palla a causa della qualità degli avversari». Proprio in quest’ottica, rispetto a giovedì, tornano dal primo minuto Pellegrini, Veretout e Mkhitaryan. Il rientro del francese al fianco di Cristante, gli permette di spiegare la differenza che intercorre tra il giocare con il regista o con due mediani: «La partita di Europa League aveva caratteristiche diverse, per questo abbiamo giocato con Diawara. Nel campionato italiano preferisco invece utilizzare due mediani e quindi col Bologna scenderanno in campo Cristante e Veretout. L’utilizzo di questi giocatori dipende dalla fase di gioco e dal sistema dell’avversario. Quando vogliamo giocare più alti lo facciamo con uno più due. I mediani non sono statitici, il nostro è un gioco dinamico». Poi fa pretattica sugli esterni: «Kolarov? Ha sempre giocato, vedremo se sarà della partita. Zaniolo? Gioca? Vediamo…», ma la certezza rimane sempre quella: «Pur conoscendo la qualità del Bologna, non cambieremo il nostro modo di affrontare le gare».

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